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by Massimiliano Riverso
Aggiornato: 3 anni fa 3893
Gaminginsider-News-Fase 2 Scommesse Sportive

A tutti è noto che il futuro delle scommesse sportive è legato ad un doppio filo col mondo del calcio. Ragion per cui è lecito chiedersi quando si tornerà a giocare e quando i campionati, soprattutto in Italia, ricominceranno.

La fase due è appena cominciata, con quattro milioni di cittadini che secondo l'Inail sono già tornati ai loro posti di lavoro. Per tanti altri invece si dovrà aspettare la “fase 3”, quella post-vaccino. Tra questi anche il mondo del gioco pubblico.

Altri invece vivranno una fase due a metà, con numerose attività che funzioneranno a mezzo servizio. Non è chiaro se tra queste ci sarà qualche locale che potrà riattivare qualche forma di gioco al di là di tabaccherie e ricevitorie.

Due mesi dopo il lockdown, la buona notizia è che l’Italia è ripartita con la paura e la tensione di futuri contagi che porterebbero, inevitabile, a nuove serrate. La cattiva notizia è che la ripartenza dei pubblici esercizi, senza esclusione, a giugno non sarà tutta rosa e fiori: molti, almeno un terzo, non ripartirà. I costi sono troppi, i guadagni azzerati, i rischi altissimi.

Secondo il Centro Studi Unimpresa, inoltre, il crollo di negozi, bar, ristoranti potrebbe portare una riduzione del giro d’affari per oltre 250 miliardi di euro di PIL. Da qui si comprende quanto il PIL sia “alimentato” dal mercato interno, per il 60%. Sul fronte delle finanze pubbliche, la riduzione del gettito potrebbe arrivare a 80 miliardi, mentre nelle casse dello Stato uscirebbero sempre fondi a favore di nuovi disoccupati. Sempre secondo Unimpresa gli esercizi pubblici non hanno avuto accesso ai 25.000 euro propagandati dal governo e dovranno attenersi alle nuove disposizioni. Tra questi, dovrà adeguarsi anche l’intero settore del gioco pubblico.

Qui, nonostante i detrattori che invitano lo Stato ad abbandonare del tutto il gioco pubblico, il rischio è un altro: scomparire, sì, ma perdendo soldi e liquidità. Non solo le nuove disposizioni, dunque, ma una serie di criticità a cui far fronte. La riapertura, dunque, sarebbe solo un primo passo di un percorso molto più ampio, tortuoso e frastagliato del previsto. Anche perché rischia un settore che, storicamente, è uno dei punti forti dell’Erario. Insomma del gioco forse lo Stato non può fare a meno.

Di fermare il gioco legale non si può parlare. Anzi, occorre pensare ad un rilancio, per evitare che i giocatori, comunque numerosi, vadano verso altri lidi, molto più rischiosi. Questo tanto vale in più quanto si parla di calcio: se riparte la Serie A, con gli altri campionati, sarà necessario rilanciare e riaprire le agenzie di scommesse, con tutte le precauzioni del caso. Altrimenti è bene sapere che saranno facilitate quelle scommesse definite “clandestine”.

Per cui la fase due del gioco, potrebbe essere legata a quella del calcio e degli sport. Un ulteriore slittamento dei termini oltre l’estate sarebbe l’ennesimo, duro colpo per un’industria. Sicuramente letale per tante piccole e medie imprese che fino a prima del lockdown hanno lavorato. A rischiare sono oltre 150mila persone.

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