Dal 2012 in poi, fino al Decreto DignitĂ , il governo applica una stretta severa sul mondo del gambling. Fino al 2023 in crescita le tassazioni sulle slot machine
Non sono soldi fruttati dal lavoro né bonifici tra privati. Sono soldi di fortuna, vincite da slot e dal gioco d'azzardo in generale. Eppure sì, anche il gambling è soggetto a tassazione e sì, i soldi delle vincite al casinò e alle slot vanno dichiarati ugualmente al fisco.
Ma come funziona la regolamentazione in merito? La tassazione sulle vincite "di fortuna" è materia recente: anni fa, infatti, chi vinceva ai gratta e vinci o ai win for life non doveva preoccuparsi di dover dichiarare le proprie vincite. I primi cambiamenti sono iniziati nel 2012 quando le lotterie sono state obbligate ad una tassazione del 6% per ogni vincita superiore ai 500 euro. Nel corso degli anni le misure hanno modificato parecchio il sistema di tassazione e in ultimo il decreto dignità del 2018 ha dato una forte stangata a tutto il mondo del gambling.
Oggi si distinguono le varie tipologie di gioco nel tassarle. Ci sono quelli da casinò, c’è il lotto e ci sono i Gratta e Vinci. Il PREU (prelievo erariale unico) ha portato la tassazione anche al 19% in certi casi.
Con il Decreto Dignità , entrato in vigore nel luglio del 2018, le misure sono state ancora più pesanti. Si è lavorato per dare una stangata all'intero settore, con l'obiettivo di sensibilizzare sul rischio ludopatia. Una missione sicuramente nobile, ma pessima nella sua realizzazione: oggi, le scommesse sono salite del 17%. A perderci sono stati solo gli operatori e i club calcistici, che hanno visto ridurre gli introiti dalle partnership con le agenzie di scommesse. Il decreto dignità ha tassato sia i casino online AAMS che quelli su territorio.
Dal settembre del 2018 le tassazioni sono aumentate e portate al 6,25% per le macchine di tipo VLT e addirittura al 19,25% per le slot. Non finisce qui: da allora al 2023 è iniziato un percorso che porterà la tassazione ad aumentare ulteriormente e gradualmente. Al 1/1/2023 è stimato che le VLT arrivino al 6,75% e le slot al 19,75%.
Il giocatore deve dichiarare la vincita?
La tassazione che applica il Governo italiano è la più alta d'Europa. Eccessivamente severa? L'obiettivo è nobile, ovvero quello di sensibilizzare sull'argomento ludopatia. Ma i risultati, come anticipato prima, hanno sortito l'effetto contrario, andando a penalizzare solo gli operatori. Che, intanto, dovranno far fronte alle tantissime perdite dovute alle chiusure.
Arriva ora il momento di rispondere a un'altra domanda: il giocatore deve dichiarare l'eventuale vincita? No, la tassa è prevista come imposta unica e quindi al giocatore non spettano oneri particolari. A pagare è sempre la fonte della giocata, ovvero l'operatore. Nell'esatto momento in cui la vincita arriva nelle sue tasche è già tassata, ammesso che abbia giocato su una piattaforma autorizzata dall’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (AAMS) o dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli (ADM). Se, invece, ha giocato su una piattaforma non autorizzata, la vincita dovrà essere registrata come introito.
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