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by Massimiliano Riverso
Aggiornato: 4 anni fa 1567
Gaminginsider-News-Statistiche errate gioco azzardo

Ecco come il giornale della CEI ha sbagliato le sue stime di spesa dei cittadini.

Si tratta di un vero e proprio fulmine a ciel sereno l'articolo di Avvenire, in edicola lo scorso 15 febbraio, per tutto il settore del gambling. Sulle colonne del giornale, infatti, si legge come la spesa media nel 2019 per il gioco d'azzardo di ogni italiano sia di 1.830 euro pro capite. Un dato, però, totalmente gonfiato.

A lanciare l'allarme è stato Maurizio Fiasco, sociologo e consulente della Consulta Nazionale Antiusura, che sottolinea come le anticipazioni sul gioco d’azzardo nel 2019 mettano in luce un fatto grave: nonostante i nuovi divieti di pubblicità, il consumo è ancora aumentato.

Stando a quanto si legge nella sua analisi i numeri parlano di appena due punti percentuali in meno nei dodici mesi precedenti e ben 108 miliardi e seicento milioni di spesa, registrati nell'ultimo bilancio. “I concessionari contrastano accanitamente le nuove misure, ma alla prova dei fatti esse non li danneggiano: sono troppo leggere e non sortiscono l’effetto sperato. In poche parole, è stato spento un terzo delle slot machine in funzione dal 2018; sono stati adottati, in circa 600 Comuni, regolamenti limitativi”. Tutto ciò, spiega ancora Fiasco, non ha fermato l'abitudine di scommettere, “di stare incollati allo schermo di una mangiasoldi, di grattare tagliandi” da parte della gran parte della fascia adulta di popolazione. Nella sua idea occorre creare un nuovo stile di vita relazionato alla tecnologia.

“La conclusione viene giù da sola: la fidelizzazione degli italiani al gioco d’azzardo denuncia l’estensione di massa della dipendenza patologica. Le campagne di prevenzione si sciolgono come neve al sole. E il taglio (ancora limitato) ai punti di accesso non valgono a contenere il rischio. Pur con 100mila slot machine accese in meno, infatti, il Disturbo da gioco d’azzardo ha i numeri di un’epidemia, se non di una pandemia”.

Parole allarmistiche, a tratti estreme, di certo faziose. Perché, come hanno potuto provare i colleghi di Agimeg, si basano su numeri sbagliati. Il dato di 1.830 euro pro capite comprende tutti i 60 milioni di italiani. Analisti e tecnici di settore, però, hanno più volte evidenziato che i soldi veramente spesi dagli italiani al gioco non riguardano la raccolta ma a questa si devono togliere le vincite. Quindi il denaro che realmente è uscito dalle tasche degli italiani è pari a 19.3 miliardi. Un numero quasi dieci volte più piccolo rispetto ai 110 miliardi riportati da Avvenire. I 90 miliardi di differenza, infatti, sono stati ridistribuiti sotto forma di vincite. Cambia, ovviamente, il dato reale di spesa media che si assesta intorno ai 320 euro a testa. Tuttavia è ancora un dato inesatto: l’articolo di Fiasco prende in esame tutta la popolazione, in realtà ci si dovrebbe limitare ai soli maggiorenni. La spesa pro capite reale è quindi di 390 euro.

Un numero molto diverso dai 1.830 sbattuti in prima pagina.

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