Su RadioRai1 Vincenzo Guggino, di IAP, ha esaminato i rischi del divieto di pubblicitĂ al gioco, previsto dal Decreto DignitĂ ed in vigore da appena due giorni a tutti gli effetti.
La trasmissione CentocittĂ , in onda su RadioRai1, ha dedicato unâintera puntata al tema, ospitando il confronto tra diversi punti di vista, dal mondo della politica e non solo.
Ha preso la parola anche Giovanni Endrizzi, senatore del Movimento 5 Stelle, che ha parlato del divieto totale come misura di natura squisitamente etica: âil settore gioco è un rischio per la salute, come tale va regolamentato e calmierato. Non câè solo la protezione per i giovani, il divieto aiuta anche chi vuole smettere. Anche se il comparto delle slot e delle Vlt è quello che spende meno in pubblicitĂ , la pubblicitĂ crea un alone di suggestione, di diseducazione delle nuove generazioni a puntare su una grossa vincita per âsistemarsiâ anzichĂŠ su se stessiâ.
Nella trasmissione ha parlato anche lâAssessore alle AttivitĂ Produttive della Regione Piemonte, Andrea Tronzano, il quale ha focalizzato lâattenzione sulla normativa vigente in regione: âLa legge del 2016 non è applicata nella parte dellâimpianto che riguarda la cura e la prevenzione, la piĂš importante, mentre lo è nellâescludere dal circuito economico imprese che investono legalmente dal 2004. Questi dati sono i piĂš preoccupanti e potrebbero e dovrebbero essere cambiati mantenendo intatto il discorso dedicato alla cura e alla prevenzione, che è fondamentale. Dai dati che ha fornito lâEurispes il gioco legale è stato praticamente uguale al periodo precedente allâentrata in vigore della legge, diciamo che bisogna capire che stiamo punendo, a mio giudizio, lâoccupazione. Sono previste almeno 5.200 persone espulse dal mercato del lavoro in questo settoreâ.
A questo proposito, Andrea Vavolo, ricercatore dellâufficio studi CGIA Mestre, facendo riferimento al rapporto sugli apparecchi da intrattenimento presentato assieme allâassociazione As.Tro, ha parlato del tasso occupazionale del settore, che oggi impiega 57.000 addetti, capace di assicurare un gettito di 7 miliardi annui allo Stato, di cui un miliardo va per Irpef e altri tributi sulle imprese e 6 invece al Preu, la tassa settoriale dellâindustria: âSe mancassero questi 7 miliardi â dice â costerebbe 234 euro a famiglia. Il settore ora è a rischio di perdita occupazionale a causa di unâimportante stretta fiscale iniziata dal 2016, ed è proseguita senza sosta, tutti gli anni, attraverso lâinnalzamento dellâaliquota del Preu, recenti provvedimenti (legge di Bilancio, decreto DignitĂ , decreto sul reddito di cittadinanza) prevedono ulteriori, pesanti inasprimenti fino al 2023. Questo comporterĂ una riduzione dei margini del settore, di circa il 30 percento, con ripercussioni anche sul fronte occupazionaleâ.
Sul divieto di pubblicitĂ , in trasmissione, è intervenuto Vincenzo Guggino, segretario generale dellâIstituto di Autodisciplina PubblicitĂ (IAP), ovverosia il regolamentatore dei contenuti dei messaggi pubblicitari: âGiĂ dal 2012 avevamo una norma che regolamentava la pubblicitĂ dei giochi e abbiamo ottenuto degli ottimi risultati in termini di trasparenza e chiarezza. Il primo risultato del divieto del Decreto Dignità è quello di non avere uno strumento che consenta di riconoscere il gioco legale da quello non legale; non ci sarĂ una evidenza che il messaggio pubblicitario consente di avere. Secondo punto: in tutta Europa si continuerĂ a fare pubblicitĂ , e lâItalia naturalmente non è unâisola, quindi ci saranno aziende allâestero che la faranno. Infine, la pubblicitĂ può essere un forte strumento di educazione, sempre che abbia dei limiti. Piuttosto che un âtotal banâ, sarebbe stato meglio formare la pubblicitĂ a dare dei messaggi positivi e anche informativi. PiĂš si lascia allâoscuro su una cosa e meno si hanno strumenti per contrastarlaâ.
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